Saluti da don Faustino
Paolo (19/08/2013)   Ritorna all'indice delle News   Versione Stampabile   Condividi su facebook



Carissimi amici del coro di Flambro,
 
ho ricevuto un invito a farmi vivo per iscritto un po’ per informarvi che il viaggio è andato bene e un po’ per raccontarvi qualcosa di quaggiù... Infatti ho lasciato Talmassons alla fine di luglio e dopo un viaggio di quattro giorni tra treno, aereo, jeep sono arrivato il 01.08.13 a Bukavu per poi riprendere altri viaggi qui all’interno del nostro carissimo paese del congo che mi accoglie dal 12.01.1999.
 
Ricordo la Messa che ho celebrato da voi il 28 luglio scorso e vi dicevo che il Congo è presente a Flambro da molti anni, grazie all’attività di pre Sinto Toneatto le cui spoglie sono qui in quello che si chiamava ai suoi tempi lo Zaire. Ho pensato allora di aprire una pagina del mio diario e di raccontarvi una storia di viaggio che ho fatto il 12.03.2013.
 
Seigneur Jésus, tu es vivant, en toi la joie éternelle (Signore Gesù, tu sei vivo, in te è la gioia eterna). È il ritornello di un canto liturgico. È ciò che risuona nel mio cuore dopo essere stato evangelizzato nel vero senso della parola. Il mese di settembre 2012 ho rivisto Aline a Shabunda, una città lontana 45 minuti di aereo da Bukavu. È stata una gioia immensa rivedere Aline. Avevo accompagnato lei e suo marito al matrimonio nel 2006. In settembre lei mi aveva condiviso tutta la sua sofferenza e la delusione dei suoi primi sette anni di matrimonio: il marito ha preso una seconda moglie, vive la gran parte del tempo in un’altra città, lontano dalla sua sposa legittima. Per di più, Aline non ha figli.
 
Ma ecco ciò che è meraviglioso... qualche mese dopo, il 12.03.13, mi reco ancora nella sua città, vado a salutarla, le consegno un “pacchetto” di 10 kg che la sua famiglia mi ha dato da portargli. E allora mi offre un buon pranzo, ben preparato fin ai piccoli dettagli. Mentre terminiamo di mangiare, lei inizia a parlarmi con una voce lieve e fragile, quasi quasi sottovoce.
“In questi giorni non mi sento molto bene. Ho chiesto di andare in ferie e mi son preso due settimane di riposo qui a casa mia”. Suspense. Lei non parla più. Devo farle delle domande? No! Sarebbe indiscreto da parte mia. Lei stessa non sa se parlare o tacere. Poi riprende con coraggio. “Te lo dico perchè sei mio padre, sei mio fratello. Sono incinta! I genitori non lo sanno ancora. Ci siamo curati, mio marito ed io. Ma sono sicura che è stato Dio che ha ricolto il suo sguardo e ha accolto la mia supplica”.
Allora mi ricorda che in un sms che gli avevo mandato dopo la mia visita di settembre scorso, le avevo scritto: “Chi semina nelle lacrime, mieterà nella gioia”. Effettivamente, lei era scoppiata in pianto quando, nel suo sfogo di settembre, aveva ricordato con rimpianto il suo “sì” detto davanti all’altare il giorno del suo matrimonio “nella gioia e nel dolore”... “Chi semina nelle lacrime...” il versetto del salmo 125,5 è stato per lei una grande consolazione.
“Mio marito m’ha detto di rimanere serena e di non pensare alle nostre difficoltà. Mi metto nelle mani di Dio”.
Che Aline mi perdoni... questa volta non sono arrivato nella sua città in aereo direttamente ma ho fatto 250km in moto in una strata/pista. Spesso brontolavo da solo perché sentivo il peso del famoso “pacchetto” di 10kg sullo zaino che avevo in spalla e che era destinato a Aline da parte della sua famiglia di Bukavu. Mi pesava e il viaggio è durato circa 8 ore.
È proprio vero quello che è scritto sul muro della Chiesa di San Marco vicino a Plasencis: “A fa dal ben no si sbalie mai”. Il bene lo ha fatto Aline. Dopo il pranzo, mi ha allungato la mano dandomi velocemente una busta. Rientrato a casa, l’ho aperta. C’era scritto zaka che significa il dono che il cristiano fa annualmente in Chiesa per ringraziare Dio per tutto il bene ricevuto. C’era il corrispondente di un salario mensile di un operaio di qui. In quella busta potevo vedere un cuore riconoscente, generoso, carico di fiducia in Dio.
Non so se Aline ha già partorito. L’accompagno nella preghiera. So che non posso chiederglielo direttamente, secondo la cultura. E lei sa che sto accanto a loro due in questo momento speciale di una vita di coppia. E da oggi, so pure che il Signore è il Dio della vita e che in lui c’è la nostra vera gioia. L’incontro con Aline è stato una vera pagina di Vangelo rivolta a me hic et nunc: Seigneur Jésus, tu es vivant, en toi la joie éternelle.