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Eucarestia capitolare votiva dei santi Pietro e Paolo apostoli (Duomo di Milano)
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Laura (11/07/2013)



Domenica 30 giugno 2013, in una splendida giornata di sole, ho partecipato all’Eucarestia capitolare votiva dei santi Pietro e Paolo apostoli nel duomo di Milano.
Durante l’omelia il celebrante ha definito i santi Pietro e Paolo: due colonne della nostra Chiesa. Una festa antica che ha saputo unire due figure diverse e difficilmente collegabili in forma stretta.
La storia liturgica invece li ha saputi avvicinare sin dalle origini in un ideale abbraccio.
La solennità, dei santi Pietro e Paolo è una delle più antiche e più solenni dell’anno liturgico. Essa venne inserita nel messale ben prima della festa del Natale, già nel secolo IV c’era l’usanza di celebrare in questo giorno tre Sante Messe:
  • la prima nella basilica di San Pietro in Vaticano,
  • la seconda a San Paolo fuori le mura;
  • la terza nelle catacombe di S. Sebastiano, dove le reliquie dei due apostoli dovettero essere nascoste per qualche tempo, per sottrarle alle profanazioni barbariche.
Le caratteristiche iconografiche che la Chiesa d’Oriente ha conferito ai due santi sono queste: Pietro e Paolo uniti portando il vascello della Chiesa nella storia, o uniti in un abbraccio, o in un bacio santo.  
Nell’anno 67 (anche se non vi è l’assoluta certezza) morirono entrambi gli annunciatori del Vangelo di Cristo, durante le persecuzioni di Nerone, in Roma.
Pietro, secondo la tradizione, fu crocifisso a testa in giù e sepolto in Vaticano presso la Via Trionfale, Paolo fu trafitto con la spada, il suo corpo fu raccolto dai cristiani e sepolto lungo la Via Ostiense, ove oggi sorge la magnifica basilica di San Paolo fuori le mura.  
Il 29 giugno 258, sotto l’imperatore Valeriano, le reliquie dei due apostoli furono traslate nelle catacombe di San Sebastiano, per metterle al riparo dai profanatori.
Sono decenni turbolenti per la Chiesa.
Le reliquie di Pietro oggi riposano in San Pietro, nella cripta sotto il maestoso altare con il baldachino del Bernini, detto della “Confessione”.
Le reliquie di Paolo riposano nella chiesa di San Paolo fuori le mura in Roma.
Apostoli non perfetti dunque, ma perdonati. LA VERA FORZA SI MANIFESTA dunque NELLA DEBOLEZZA.
Pietro perdonato per aver rinnegato Gesù nella casa di Caifa: “Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: Non conosco quell'uomo che voi dite. Per la seconda volta un gallo cantò. Allora Pietro si ricordò di quella parola che Gesù gli aveva detto: Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai per tre volte. E scoppiò in pianto” (Mc 14,71-72)
Paolo perdonato per la sua prima giovinezza vissuta perseguitando i cristiani.
“SEGUITEMI” è il messaggio di Cristo.
Un ideale abbraccio unisce Pietro, uno dei dodici e Paolo, testimone di resurrezione, l’apostolo delle genti.
Fu San Ireneo da Lione (santo, vescovo e teologo romano) nella seconda metà del II secolo colui che per primo unì i due caratteri in una sola Chiesa.
Una tradizione apostolica per comprendere la vera confessione di fede, fondata sulla PUBBLICITA’, sull’UNICITA’, su un carattere profondamente SPIRITUALE, dunque una trasmissione affidata allo spirito di Dio.

La FEDE ricevuta dalla Chiesa – viene definita dal celebrante –  è un preziosissimo deposito custodito in un vaso di un valore straordinario, capace di un continuo ringiovanimento.
È dunque importante rifarsi alla Chiesa di Roma, la Chiesa delle due colonne: Pietro e Paolo.
Una Chiesa viva, capace di essere compresa di generazione in generazione, come la sola ed unica.
Non è mancato in chiusura all’omelia un pensiero nel giorno dedicato alla carità del Papa, al sommo pontefice Francesco. L’invito a partecipare alla Sua missione, con la figura di Pietro sempre presente, e con Paolo sempre aperto ad una nuova missione da compiere: la missione di Dio, al di là di ogni confine concepibile dalla mente umana.

Dopo la Santa Messa in latino a Sant’Ambrogio una nuova esperienza presso il duomo di Milano, diversa ma di eguale spessore. A Sant’Ambrogio sono stati ricordati il santo patrono di Milano che al quale fu intitolata la basilica stessa, assieme ai santi Gervasio e Protasio guide per la chiesa ambrosiana, mentre in duomo sono stati ricordati Pietro e Paolo colonne di tutta la Chiesa.
Se la cornice di Sant’Ambrogio è ricca di una storia antica, il duomo è per me il vero simbolo della Milano contemporanea. Con le sue guglie e la sua Madunina sembrano sovrastare tutta la città, proteggerla ed ammirarla.


Per chi desiderasse saperne di più:
www.duomomilano.it