Coro Parrocchiale di Flambro |
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Buon Natale! |
Paolo (25/12/2016) |
BETLEMME CASA del PANE A Betlemme, in ebraico «casa di pane», è partorito un bambino che un giorno dirà: «Io sono il pane», sono un Dio da mangiare, da nutrirsene, da esserne vivi. Il pane è un segno bellissimo e terribile. Passa attraverso la macina e il fuoco, ti fa vivere e si annulla per te, ti nutre e si distrugge. Dio come pane ti alimenta e scompare. Fino a questo punto va l’incarnazione! L’amore non ha protetto Dio, lo ha esposto. L’amore espone, disarma e mette a rischio Dio, al rischio perfino di essere rifiutato. Ma Dio, lui, non può rifiutare l’uomo. Questa è la forza invincibile del Natale. Il Verbo si è fatto pane. Non so spiegare, ma guardo il Bambino di Betlemme, il neonato che cerca il latte della madre, e dico: il Verbo si è fatto fame. Non gli angeli, ma una ragazza inesperta e generosa si occupa di lui: il Verbo si è fatto bisogno. Penso agli abbracci che Gesù ha ricevuto e poi ha riservato ai piccoli e agli amici, e dico: il Verbo si è fatto carezza. Penso al pianto di Gesù davanti alla tomba dell’amico Lazzaro, e dico: il Verbo si è fatto lacrime. Penso a quel grumo di fango che Gesù mette sugli occhi del cieco, e dico: il Verbo si è fatto polvere, mano e saliva e occhi nuovi. Poi penso alla croce: il Verbo si è fatto agnello, carne in cui grida il dolore. E con me che piango anche lui imparerà a piangere, e se tu devi morire anche lui conoscerà la morte. Colui che ha camminato su tappeti di galassie si fa piccolo e ricomincia da Betlemme, da una mangiatoia. Colui che ha separato luce e tenebra, firmamento e terra, si fa inchiodare su una croce. Ci deve, per forza, essere qualcosa di vero in questo troppo disarmato amore. Dio è là dove la ragione si scandalizza, dove la logica si arresta. Guardo il Bambino: i suoi occhi sono gli occhi di Dio, la sua fame è la fame di Dio, quelle mani che si tendono verso la madre sono le mani di Dio che si protendono verso di me. E se della storia di Gesù i due vertici sono una mangiatoia e una croce, questa nostra fede non può che essere da Dio, non è invenzione d’uomo. A Betlemme non c’è nessun inganno, nessun raggiro, nessuna menzogna: lo garantiscono una mangiatoia e una croce. [Natale – E. Ronchi] |
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