Parole e pensieri >> Santa Messa Natalizia per tutti i Friulani nel Duomo di Milano
Laura (19/12/2012)   Versione Stampabile   Condividi su facebook
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Domenica 16 dicembre 2012 alle ore 12.30 si è tenuta nel Duomo di Milano l’ormai tradizionale Santa Messa Natalizia in lingua friulana, organizzata dal Fogolâr Furlan di Milano.
La celebrazione è stata officiata da don Gianni Molinaro, parroco di Faedis. Concelebranti don Marco Lucca e don Severino Morandini.
Ad animare la celebrazione il Coro Panarie di Artegna, diretto dal maestro Paolo Paroni. All’organo Marco Rossi.
Un’esperienza davvero unica sentire risuonare nel maestoso Duomo di Milano, monumento simbolo del capoluogo lombardo, la nostra lingua friulana.
L’omelia di don Gianni non poteva che iniziare con un Mandi a tutti i convenuti nella III domenica di Avvento in un meraviglioso Duomo, che ha definito “dalla storia infinita, un posto che aiuta a toccare il cielo, con la sua bellezza artistica e storica”. Il sacerdote di Faedis ha confessato la sua trepidazione ed il suo tremore nell’officiare in un luogo così importante, in un’occasione così sentita.
Si è fatto portavoce del saluto di tanti friulani, che hanno lavorato in questa grande città ed al contempo ha portato con sé  “uno spiffero di aria buona delle vallate, il profumo dei boschi, il colore del mare, la forza e la laboriosità della gente friulana”.
Un saluto particolare è stato rivolto a tutti coloro che qui hanno “cjatât bon sta” e che qui hanno costruito la loro famiglia.
L’omelia ha posto poi l’attenzione sul tempo dell’Avvento che stiamo vivendo, un tempo di attesa e di speranza. Don Gianni ha citato le parole del poeta francese Charles Peguy, che immagina la Speranza come una piccola e bellissima bambina, che tiene per mano e trascina le due sorelle maggiori, la Fede e la Carità. La speranza dunque come sentimento cardine, della nostra vita e di questo tempo di Avvento.
Il sacerdote di Faedis ha ricordato anche le parole del papa Paolo VI il quale affermò che l’uomo moderno non sembra più capace di pensare a Dio, ed al contempo crede di poter meglio organizzare la propria vita e quella della convivenza umana trascurando, tacendo, negando il nome di Dio. Ma Dio non è morto anche se purtroppo perso da tanti uomini e donne del nostro tempo.
“Non è forse il momento per riscoprire Dio? Non è forse il momento di capire che Dio sta cercando un posto nella nostra casa per nascere?” Si chiede don Gianni. Questo è il Natale.
Non poteva mancare un riferimento al cardinal Carlo Maria Martini, nella sua cattedrale. Sono state ricordate queste parole dell’arcivescovo di Milano, scomparso lo scorso agosto “Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente, che si parlano dentro, che si interrogano a vicenda, che rimandano continuamente domande pungenti e inquietanti l’uno all’altro.”
Un pensiero ed una preghiera particolare sono state rivolte alla Vergine, che nella sua generosità ha detto Sì, a lei il merito del nostro vivere la salvezza del Cristo.
Concludendo, don Gianni ha ricordato i due santuari per eccellenza del popolo friulano, Castelmonte e la Beata Vergine delle Grazie in Udine, e tutte le intenzioni sincere, sofferte e spesso esaudite che sono state rivolte al cuore di Maria.
Durante la Preghiera dei Fedeli un’intenzione particolare non poteva mancare “Pai nestris emigrants lontans, par che il Signôr ur concedi la grazie di mai dismenteâ l’afiet des lôr fameis” e “Pai nestris maurts, che nus àn dade la vite, la fede e cheste nestre lenghe, cussì sclete e biele.”
Alla comunione il Coro Panarie di Artegna ha eseguito il brano Suspîr da l’Anime.
Dopo la benedizione solenne a chiudere uno fra i brani corali più celebri della nostra tradizione: Stelutis Alpinis.
Seppur lontani dal Friuli per ciascuno dei presenti è stato come essere di nuovo a casa, nella nostra splendida ed inestimabile terra friulana.