C'era una volta un ragazzino che aveva costruito una
barca a vela.
Ne aveva scavato con cura lo scafo nel legno, l'aveva
smerigliato con estrema attenzione dipingendolo infine con ogni
possibile delicatezza poi aveva ritagliato la vela dalla più candida
delle stoffe.
Una volta terminato, non vedeva l'ora di varare
la sua barchetta e così la portò subito al lago. Trovò uno spiazzo
d'erba vicino alla riva e, inginocchiatosi, depose con cautela il
piccolo vascello sul pelo dell'acqua. Soffiò un pochino nella vela e si
mise ad aspettare. Ma la barca non si muoveva e così il ragazzo soffiò
più forte, finché il vento colmò la piccola vela e la barchetta prese il
largo. "Si muove! Si muove!" gridava, battendo le mani e saltando sulla
riva del lago.
All'improvviso il ragazzo si fermò. Si era reso
conto di non aver assicurato la barchetta con uno spago. Vide la sua
creatura spingersi sempre più lontano finché non sparì del tutto dalla
sua vista. Il ragazzino era felice e triste nello stesso tempo:
orgoglioso che la sua barca veleggiasse bene, ma triste di averla
perduta.
Corse a casa in lacrime.
Qualche tempo dopo,
stava andando a zonzo in paese quando per caso passò davanti a una
bottega che vendeva giocattoli vecchi e nuovi. E in vetrina c'era la sua
barca. Era in estasi. Corse dentro e disse entusiasta al negoziante:
"Quella è la mia barca. La mia."
L'uomo squadrò il ragazzino e
rispose: "Ti sbagli. L'ho comprata. Adesso è in vendita".
"Ma è
la mia barca!" gridò il piccolo. "L'ho fatta io. L'ho varata e poi l'ho
persa. E' mia!"
"Ti sbagli" ripeté il negoziante. "Se la vuoi
te la devi comperare."
"Quanto costa?" chiese il ragazzo.
Quando ebbe sentito il prezzo ebbe un tuffo al cuore. Nella sua piccola
cassaforte, a casa, c'era soltanto qualche spicciolo. A capo chino se ne
uscì dal negozio. Ma il ragazzino era un tipo deciso. Tornato a casa,
andò nella sua stanza e contò i suoi averi fino all'ultima monetina per
scoprire quanto denaro gli mancava per potersi ricomprare la sua
preziosa barca.
Fece qualche lavoretto e risparmiò: adesso
aveva i soldi. Corse di nuovo al negozio, sperando che la barca fosse
ancora lì. Sorrise: eccola in mezzo alla vetrina al solito posto. Entrò
nel negozio, rovesciò le tasche e depose tutto il suo denaro vicino alla
cassa. "Voglio comprare la mia barca" esclamò. Il negoziante prese la
barca dalla vetrina e la mise nelle mani del ragazzino, eccitatissimo.
Il piccolo strinse la barchetta al petto e corse a casa dicendosi pieno
di orgoglio: "Tu sei la mia barca. La mia! Sei due volte mia! Mia perché
ti ho fatto, e mia perché ti ho riconquistato!"
Immagina di
essere quella barchetta: in questo caso, devi sapere che qualcuno ti
ama. Tu sei davvero quella barca, Gesù è quel ragazzino e la sua croce è
il prezzo. Tu sei due volte il Figlio di Dio: in primo luogo perché Lui
ti ha creato ed anche perché ti ha riconquistato con la sua
Incarnazione e con la sua morte sul calvario pagando il prezzo più alto
pur di ricondurti a casa.