Grande festa della comunità di Flambro per Berto e padre Ermes
Laura (12/10/2014)   Ritorna all'indice delle News   Versione Stampabile   Condividi su facebook



Ricco di emozione quest’anno il Perdon della Madonna del Rosario, in occasione del quale la comunità si è stretta attorno a Berto, che ha festeggiato i 70 anni di sacrestanato ed a padre Ermes che ha ricordato il 60esimo di ordinazione sacerdotale.
Messa solenne alle ore 10.00. Hanno concelebrato il Vicario Generale Mons. Guido Genero, don Pietro, e don Ivano. Presente anche Ugo Visintini, vicepresidente dell’Unione Sacrestani Diocesani.
Una celebrazione che ha voluto ricordare il percorso di vita di queste due figure: Berto con un servizio discreto e continuativo al servizio della sua comunità cristiana e padre Ermes nelle povere terre di missione.
Due cammini così diversi eppure così vicini.
Padre Ermes nel suo intervento ha voluto anzitutto ricordare il 18 luglio 1954, quando entrava dal fondo della chiesa per celebrare la Prima Messa, ma anche la grande festa per i suoi 50 anni di ordinazione. Toccante l’insegnamento che ha voluto donare a tutti i presenti “Quando nella vostra vita troverete qualcuno che bussa alla vostra porta per qualsiasi necessità, fate come diceva San Luigi Orione, che ho avuto l’onore di conoscere: non domandate da dove viene, se frequenta qualche religione, se è cattolico o non cattolico, domandate solo se porta con se un dolore. Il principio del mio apostolato è stato quello di fare del bene sempre, fare del bene a tutti, del male a nessuno.”
Un applauso sincero e commosso ha “inondato” la chiesa.
Nella semplicità, nella discrezione, negli occhi pieni di felicità di Berto è racchiuso invece tutto il suo impegno al servizio della comunità.
Come ha ricordato Fabrizio Pitton, consigliere comunale e presidente del consiglio provinciale, Berto con la sua umiltà autentica è entrato nelle case di tutti gli abitanti di Flambro, certo che a fargli festa non erano solo i presenti ma anche tutti coloro che a casa hanno sentito passare la processione, accanto a coloro che oggi non ci sono più. Sicuramente un pensiero di stima ed affetto non è mancato.
Presente anche il sindaco di Talmassons Piero Mauro Zanin che nel suo intervento ha voluto ricordare il “sacrificio” di questi due concittadini. E se un tempo si pensava che la cosa più importante fossero i sacrifici materiali, in questa giornata Berto e padre Ermes ci hanno insegnato che è molto più importante donare il proprio spirito, la propria disponibilità, la fedeltà ad un valore: sacrificarsi per il prossimo.
Tra i discorsi tenuti, degno di menzione questo riferimento alla figura di Berto e di padre Ermes, che ha voluto fare Lauro Dri, presidente del consiglio pastorale:
“Un episodio accaduto la primavera scorsa. Una domenica sono entrato dalla sacrestia e sulla porta che porta in chiesa ho incrociato Berto che rientrava dopo aver acceso le candele per la messa.
La mia battuta dopo il saluto è stata – Mi pare che oggi non occorre spingere per trovare posto – ci saranno state una decina di persone. E Berto di rimando, alzando gli occhi al cielo disse: “A è colpe so!”.
E prima che riuscissi a pensare “Ma ce stâtu disint?” ha aggiunto “Nus à fas libars”.
Quattro parole come macigni che mi hanno fatto capire l'essenza dell'essere cristiani. Essere liberi di scegliere dove indirizzare la propria vita, verso quali valori dirigersi.
Due persone padre Ermes e Berto che hanno usato questa libertà, mettendo la propria vita al servizio del regno di Dio seppur in maniera diversa, padre Ermes come missionario e Berto con un servizio continuo e discreto presso la nostra comunità.
A loro il nostro grazie più sincero, per noi tutti un esempio, per non usare la libertà per fare quello che si vuole, ma perché sia una scelta consapevole di servizio verso i fratelli bisognosi e verso le comunità cristiane.”
In questa occasione non poteva mancare una poesia di Rosarie che con i suoi versi e le sue rime, riesce sempre “sulle ali della nostra lingua friulana” a cogliere l’essenza di momenti degni di essere fissati.

Vue a Flambri a festegjìn doi paesans
ca festègjin doi compleans.

Tancju ains an passât lavorant
ta la vigne dal Signôr
e le stât Lui a diu
la ca l’ere necessâri il lor lavôr
lontan da so mont.

No è strade lontane la strade di Berto ma…
Tante int e predis al à scugnût contentà
e oltre il lavôr cent mil orâris
al à scugnût rispettà
e li cjampanis, no simpri a fieste,
al à scugnût sunà.

E i nestris doi paesans
sintinsi cristians
in t’une maniere o in te âtre
an scoltade la so vôs,
di lavorà ta la so vigne
par che il mont al vedi amôr.

Il Brasil, ancje che al è teren
dal nestri Signôr e la il zovin Ermes
al à viodût e sintut
tancju frus e tante miserie.
E cjalant adalt forse al à dite al Signôr
chistis creaturis no si po bandonâlis
dami Tu la fuarce, che jo podi judâlis.
E par tanc ains il so lavôr al è stât cun lôr.

Ma ogni tant il so penser al tornave a Flambri
al so pais e a li sie cjampanis
che Berto al sunave
e al Perdon al scampanotave
po chel coro di zovins che su l’orchestre al cjantave.

E ue sin chi insieme a festegjiaiu e ringraziaiu
domandant al Signôr ca ju compensi
cun salût, fuarce, pas e ben
par che podin rivà la che ducju
cjatarin il so eterno ben.

E tutti noi ci uniamo a questo augurio, che la salute e la forza li accompagni per molto e molto tempo ancora; affinché questo non sia il traguardo ma solo una tappa intermedia di un lungo viaggio segnato dalla bontà, dall’amore e dalla dedizione al prossimo.


Qui tutte le foto della festa.